A venire incontro all’esigenza di un esame non solo morfologico ma anche funzionale del piede sono le pedane baropodometriche. Negli ultimi anni il concetto di baropodometria si è esteso allo studio biomeccanico dell’intero corpo umano dando vita a sistemi complessi di valutazione globale. L’esame baropodometrico tramite la nuova generazione di sistemi integrati, consente così lo studio simultaneo dell’appoggio plantare computerizzato, l’analisi biomeccanica e la valutazione posturale. Questo è possibile tramite l’utilizzo di una pedana di forza che è in grado di rilevare i carichi di reazione al suolo (che secondo la terza legge del moto di Newton sono uguali in ampiezza e opposti in direzione rispetto alle forze applicate sulla piattaforma) tramite trasduttori di forza che subiscono delle deformazioni meccaniche direttamente proporzionali alle intensità delle forze da misurare. Ciò fornisce una misura sia della forza di reazione piede-suolo, sia della distribuzione della forza plantare in funzione del tempo. Il punto di applicazione della forza è detto centro di pressione (CoP) perché rappresenta il centro della distribuzione di pressione sulla superficie di appoggio del piede. La rappresentazione grafica di tutti i dati emersi dall’esame aiuta considerevolmente l’interpretazione di queste informazioni.
L’esame baropodometrico in ambito clinico permette allo specialista che lo utilizza, integrandolo con le sue conoscenze e competenze, lo studio del carico del piede ed eventuali disturbi del sistema muscolo-scheletrico, prevalentemente di interesse ortopedico o neurologico. Ciò avviene tramite l’effettuazione di rilevazioni di tipo statico, dinamico, stabilometrico e videografico. Dalla combinazione dei dati emersi dai rilevamenti delle pressioni podaliche, dei centri di pressione corporei e delle immagini acquisite, è possibile così determinare una valutazione posturale globale.
Applicazione clinica e Test di riferimento:
La pedana baropodometrica è dotata di migliaia di sensori che, una volta che il paziente è sopra di essa per essere valutato, è in grado di rilevare le relative pressioni esercitate dalla pianta del piede, determinando una quantificazione di differenti dati numerici i quali a loro volta sono anche tradotti in immagini rappresentate da una differente scala cromatica volte ad indicare le pressioni esercitate dalla pianta del piede. Ciò è possibile in tutti i test a cui facciamo riferimento.
Analisi statica:
È l’esame dell’appoggio podalico in stazione eretta statica. Il soggetto che viene valutato, è invitato a salire sulla pedana a piedi nudi e ad assumere una posizione rilassata per circa 10” per poter valutare così l’appoggio statico (successivamente può essere effettuato un confronto anche con le calzature che ad esempio vengono utilizzate per svolgere lo sport di riferimento).
Questi dati allo stesso tempo vengono trasferiti da un software sul monitor e tradotti in un’immagine dell’appoggio che è rappresentato da una differente scala cromatica sta ad indicare le relative pressioni esercitate sulla pianta del piede. Le pressioni più basse vengono indicate con il blu e il verde, le più alte con il giallo, l’arancione e il rosso (in ordine di pressione crescente). Tramite questi dati si potrà anche valutare la posizione degli arti inferiori rispetto al tronco, secondo la ripartizione del carico espresso a livello podalico. Con la distribuzione del carico si può rilevare se la pressione massimale di un piede è sul suo avampiede o, viceversa, sul retropiede.
La quantificazione del carico è perciò di primaria importanza nell’analisi pressoria dell’immagine che poi si determina sullo schermo.
È possibile mettere in relazione i tre punti sullo schermo corrispondenti alla posizione dei centri di pressione. Questi rappresentano le posizioni dei piani superiori, in particolare le proiezioni dei carichi passanti per le teste femorali a livello del bacino.
Il baricentro medio, situato all’intersezione dei segmenti sullo schermo, permette di valutare la posizione della linea di gravità in rapporto all’insieme del corpo.
Tutti i dati emersi dall’analisi statica e la stessa rappresentazione grafica dei carichi possono essere confrontati con i valori di normalità.
Analisi dinamica:
È l’esame che consente l’acquisizione in fase continua sia della deambulazione, sia della corsa, con il salvataggio e l’analisi di ogni singola impronta, visualizzando accuratamente la distribuzione degli appoggi podalici e della postura, calcolando esattamente le pressioni plantari nelle fasi della camminata e della corsa, comparando i dati emersi con i valori di normalità. Nell’analisi dinamica, quando il paziente inizia a camminare o a correre, il computer registra esattamente gli stessi dati della statica, ma in questo caso, la forza applicata si muove e si sposta in senso postero-anteriore (sul piano sagittale) e latero-mediale (sul piano frontale). Questo spostamento di forza è chiamato baricentro e corrisponde ad uno spostamento della pressione media.
Le zone di iperpressione variano in dinamica rispetto alla statica e possono riflettere sia una distensione articolare con sovraccarico (piede piatto) o, invece, un irrigidimento (piede cavo).
Analisi Stabilometrica (o Posturografica):
L’essere umano per mantenere l’equilibrio statico in stazione eretta effettua dei movimenti oscillatori antero-posteriori e latero-laterali quasi impercettibili ad occhio nudo. Questi movimenti modificano la posizione del paziente sulla pedana di forza, spostando il Centro di Gravità (CoG) all’interno della base d’appoggio sul piano sagittale (antero-posteriore) e frontale (latero-laterale). Queste oscillazioni, dell’ordine di pochi millimetri, possono essere rappresentate su un grafico la cui ascissa corrisponde all’asse X (sagittale) della piattaforma e la cui ordinata corrisponde all’asse Y (frontale). Sul monitor durante la registrazione dei dati appaiono l’impronta di entrambi gli appoggi, i dati rappresentanti il baricentro medio ed i centri di pressione dei due arti. L’esame stabilometrico (o posturografico) permette di valutare le condizioni di equilibrio studiando la posizione e la dinamica della proiezione a terra del baricentro. L’esame stabilometrico non misura l’equilibrio in senso letterale, ma la capacità del sistema umano (proprio del soggetto in esame) nel mantenere una stazione eretta equilibrata. Per analizzare i dati caratteristici del controllo oscillatorio di un soggetto è necessario porre il paziente in piedi al centro della pedana in posizione neutra, con le braccia lungo i fianchi, vincolando gli appoggi podalici in una condizione standardizzata (ruotati esternamente di 15°). L’essere umano mantiene la stazione eretta grazie all’acquisizione istantanea di numerose informazioni esterne da parte del nostro organismo tramite l’integrazione di diversi sistemi: sistema visivo (vista), sistema vestibolare (udito), sistema somatosensoriale (propriocettivo). Ciò determina le correzioni infinitesimali necessarie a compensare le perturbazioni sull’equilibrio provenienti dall’ambiente esterno.
Tra i numerosi protocolli di acquisizione posturale, i più comunemente utilizzati sono:
• Test di Romberg: è un test che studia l’equilibrio bipodalico in stazione eretta sia ad occhi chiusi che ad occhi aperti. Con questo test si ha l’indice di Romberg che ci permette di conoscere l’influenza della vista nel controllo della postura nel soggetto in esame. L’indice di Romberg è espresso come quoziente tra i valori misurati ad occhi chiusi e i corrispondenti valori ad occhi aperti. Valori elevati di questo indice indicano problematiche propriocettive/vestibolari, mentre valori bassi evidenziano i “ciechi posturali”, ossia la prevalenza dei fattori propriocettivi su quelli visivi (nei bambini) e/o disturbi della vista o della mobilità oculare (negli adulti);
• Sway test: è un test monopodalico: che permette di studiare l’equilibrio monopodalico sia ad occhi aperti che ad occhi chiusi. Oltre a valutare l’equilibrio statico monopodalico è anche un ottimo predittore del comportamento dell’arto inferiore in appoggio durante il ciclo del passo;
• Interferenza cervicale: permette di valutare le influenze cervicali attraverso due test, uno con il capo eretto e uno con il capo esteso;
• Interferenza stomatognatica: permette di osservare le variazioni posturali utilizzando un bite. Questo tipo di strumento, impedendo l’abituale occlusione dentale del paziente, riprogramma il movimento mandibolare nell’equilibrio muscolare. Se la posizione dei denti è interferente con la postura si osserveranno variazioni sensibili dell’assetto corporeo in generale.
Videografia 2D:
L’esame videografico consente la misurazione morfologica completa del soggetto per individuazione di alterazioni posturali sul piano anteriore, posteriore e laterale dx e sx. È costituito da un protocollo guidato di posizionamento di marker sui principali punti di repere sui vari piani, di misurazioni libere, e calibrazioni delle immagini automatica e manuale. È da considerarsi un esame operatore-dipendente, che però da notevoli informazioni sulle alterazioni posturali del soggetto in esame, di valutare la crescita del soggetto durante l’età evolutiva e nel corso di un ciclo di terapie, valutare l’evoluzione dell’assetto posturale del paziente. È possibile anche correlare all’analisi dinamica, la registrazione video del ciclo del passo del soggetto in esame anteriormente, posteriormente e lateralmente per valutare la cinematica in relazione alla registrazione delle impronte e dei relativi dati percepiti dalla pedana durante il test.